Primavera: alla scoperta di Dominic Vavassori
L'attaccante, classe 2005, ha segnato il primo gol nel successo sulla Juventus
Dominic Vavassori ha aperto il 4-1 di Vinovo sulla Juventus con un gol di pregevole fattura, il primo in questo campionato, il terzo stagionale dopo i due in coppa alla Spal. Nell'immagine-profilo su Whatsapp conserva però ancora l'esultanza dopo la sua seconda rete nel match con l'Udinese che ha chiuso la scorsa stagione e sancito la salvezza della Primavera. "Anche se il gol più importante che ho fatto finora in carriera è stato quello della vittoria sul Cagliari al 90' qualche giornata prima. Ma quella foto mi piace particolarmente perché è stato un momento importante della stagione. E poi mi ritrae con Palestra che è uno dei miei migliori amici e, anche a inizio anno quando mi sono fatto male, è stato uno di quelli che mi è stato più vicino insieme ad altri compagni della U23 con cui ho cominciato questa stagione, come De Nipoti, Mallamo, Cisse, Cortinovis e Gyabuaa".
Giocatori che come Dominic sono cresciuti nel vivaio nerazzurro: "Questa è la mia settima stagione all'Atalanta. Ho iniziato a giocare al primo anno di asilo, nella Buraghese, vicino a casa. Poi Tritium e quindi dal 2017 in nerazzurro. Ho sempre fatto l'attaccante, poi mister Bosi, un allenatore a cui devo tanto, al torneo di Viareggio mi ha impostato definitivamente come esterno di sinistra nel 4-3-3, la posizione dove riesco a esprimere al meglio le mie caratteristiche".
"Sono sempre stato abituato a puntare l'uomo, cercare l'uno contro uno, dribblare. Sia in allenamento che in partita. Poi seguo soprattutto il mio istinto. Avendo un papà brasiliano, da piccolino guardavo Ronaldo il Fenomeno, Ronaldinho, Kakà e soprattutto Neymar, cercando poi di replicare le loro giocate all'oratorio con gli amici. Anche se il mio preferito in assoluto però è un argentino, Messi. Poi mi è capitato di allenarmi a contatto con i giocatori della prima squadra che sono delle ispirazioni da cui pendere spunto: sono rimasto colpito particolarmente da Muriel e Lookman, che hanno una qualità e una velocità di pensiero non comune".
Estro e fantasia, non per niente nel sangue di Dominic scorre sangue in parte sudamericano. "Quello di mio papà Luciano, brasiliano, anche lui ha giocato e mi ha trasmesso la passione per il calcio. Da bambino è stato adottato da una famiglia bergamasca di Ponte San Pietro, da qui il cognome Vavassori. Nonno Lino mi segue sempre, quando serve mi porta agli allenamenti ed è sempre presente alle mie partite. Mia mamma Kamila Maria invece è polacca, da lei sto cercando di imparare la lingua e ho ereditato la passione per la lettura. Mi piacciono specialmente i libri di fantascienza: sono molto appassionato della saga Harry Potter e di quella di Star Trek". Ma Dominic non è l'unico Vavassori in famiglia a indossare la maglia dell'Atalanta: "C'è anche mia sorellina Isabel, gioca nell'U12 femminile: classe 2012, numero 11 come me, però mancina. Capita ancora che mio papà ci porti a giocare tutti insieme al campetto dell'oratorio di Ornago, il nostro paese".
Il tempo libero poi lo ama passare soprattutto in compagnia degli amici di sempre. "Come Samuele Magni che gioca nella Giana Erminio: il giorno prima della partita passiamo ore a parlare di tutto fuorché di calcio, mi serve per staccare prima di entrare in clima partita. Prima della gara invece mi piace ascoltare musica - Tedua, Capo Plaza, Sfera Ebbasta, ma anche latino-americana - e poi prego e chiedo alla mia famiglia di proteggermi e di farmi semplicemente divertire in campo. La palla, del resto, è la mia migliore amica e io innanzitutto mi diverto a giocare. E quando ti diverti, poi tutto diventa più facile".